Gli inizi e la Compagnia dei Giovani

All’Accademia d’Arte Drammatica di Silvio d’Amico

Vinta la Borsa di studio presso l’Accademia d’Arte Drammatica fondata nel 1936 dal teorico teatrale, critico e scrittore Silvio d’Amico, Maranzana si trasferisce a Roma, lasciando, appena ventenne, la sua Trieste.  L’Accademia è la prima scuola di recitazione e regia in Italia, nella quale si sono formati i migliori attori italiani. Nel triennio 1952/54 Maranzana ha come compagni di studio gli attori Franco Graziosi, Warner Bentivegna, Mico Cundari, Ileana Ghione, Glauco Mauri, Franca Nuti, Monica Vitti, Luigi Vannucchi, Giamberto Marcolin  e i futuri registi Edmo Fenoglio, Davide Montemurri, Luca Ronconi. Gli sono maestri, tra gli altri,  Sergio Tofano, Orazio Costa, Silvio D’Amico, Wanda Capodaglio. Di quasi tutti offre un pensiero, un ricordo, un aneddoto in Allora Io, il suo ultimo spettacolo da autore regista ed interprete, presentato al Teatro Ghione sessant’anni dopo: una specie di monologo “testamentario” in cui racconta il suo rapporto con queste grandi personalità del teatro italiano e mette in scena, con affettuose imitazioni e il racconto di  gustosi episodi vissuti insieme, la propria nostalgia per un mondo di “artigianato teatrale” e qualità umana, di cui gli sembra di vedere troppo scarsi esempi nel mondo attuale.

Ancora studente dell’Accademia, arriva per la prima volta a Milano nel 1953.  “Fu il mio debutto in teatro, precisamente al Manzoni, ne I dialoghi delle Carmelitane di Bernanos, diretto da Orazio Costa.  Milano allora era bellissima, stupenda. Io stavo molto meglio a Milano che a Roma: per gli attori di teatro alle prime armi Milano era l’unica città dove riuscivamo ad avere le sale teatrali piene, venivano a vederci anche dall’hinterland, vi era un pubblico che amava tantissimo il teatro. A Roma invece molto meno. Milano era la città italiana ad avere il maggior numero di sale teatrali, una delle prime in Europa. Il teatro che andava per la maggiore era l’Odeon.”
Frequenta a Roma il Teatro delle Arti di Orazio Costa, regista e attore tra i massimi esponenti del teatro italiano: e dalle quinte osserva e impara.

Con la compagnia di Gassman

Si diploma il 10 giugno 1954 e firma, ventiquattrenne, il suo primo contratto con la compagnia di Vittorio Gassman per Kean.  ‟ Il 10 giugno ricorre con frequenza nella mia vita, come in quella degli italiani.  Il 10 giugno 1940 significò per me e per molti italiani della mia generazione e di quella a me precedente, l’entrata dell’Italia nella scellerata guerra mondiale, il 10 giugno 1954 esordii ufficialmente in teatro, il 10 giugno 1974 vi fu lo spettacolo per ricordare Matteotti in occasione del cinquantenario della sua scomparsa, il 10 giugno di quest’anno ho festeggiato i 50 anni di teatro …”.
Recita anche nell’Edipo Re l’anno seguente.

La tournée in Sudamerica

Tra il giugno e il settembre del 1955, Lucio Ardenzi organizza, con l’appoggio del Ministero dello Spettacolo, un tour nell’America del Sud:  Brasile, Argentina, Uruguay. Costituisce  una Compagnia formidabile: Renzo Ricci, Eva Magni, Tino Buazzelli, Glauco Mauri, Luigi Vannucchi, Davide Montemurri, Franca Nuti, Bianca Toccafondi, Anna Proclemer, Giorgio Albertazzi. Oltre a Re Lear  di Shakespeare, che vedeva riuniti nello stesso spettacolo tutti gli attori principali della compagnia, il repertorio era tutto italiano: Corruzione a Palazzo di Giustizia  di Ugo Betti , Beatrice Cenci di Moravia (prima mondiale) , Il seduttore  di Diego Fabbri, Il pellicano ribelle  di Bassano,  Sangue verde  di Giovaninetti. Il regista stabile è Franco Enriquez, mentre le scene e costumi sono di Pier Luigi Pizzi. Mette in scena anche Alberto Moravia autore teatrale (con la prima mondiale di  Beatrice Cenci).

Da Genova, sulla motonave Augustus, anche il giovane Maranzana parte scritturato  in questa Compagnia. La tournée viene però  bruscamente interrotta in Argentina per lo scoppio della rivoluzione peronista. La compagnia deve interrompere le recite e lasciare il paese subendo gravi perdite economiche. Gli attori (soprattutto i giovani), disoccupati, si mettono in cerca di nuove scritture per il ritorno in Italia. Maranzana  viene a sapere che è in corso di allestimento l’Amleto per opera di Vittorio Gassman e decide di inviargli il seguente telegramma: Offromi qualsiasi parte, anche Amleto.  Mario Maranzana”. Con sorprendente tempestività riceve la seguente risposta telegrafica: Spiacente, Amleto già occupato. Offroti  RosenKranz. Vittorio Gassman. Ed è così che acchiappa al volo l’opportunità di entrare  nell’importante compagnia di Gassman per recitare in quello che sarà la prima, applauditissima versione completa In Italia di  Amleto. L’opera viene trasmessa alla Rai.

Questa esperienza in Sudamerica sarà sempre ricordata da Maranzana come importantissima nella sua formazione teatrale e personale, oltre che occasione per imparare anche la lingua spagnola.

Il vero debutto: La Compagnia dei Giovani

La Compagnia dei Giovani è la  più importante compagnia teatrale italiana dal dopoguerra ad oggi, costituita da impareggiabili figure della scena quali Giorgio De Lullo, Romolo Valli, Rossella Falk, Anna Maria Guarnieri ed Elsa Albani. Per la prima volta, nel teatro italiano del dopoguerra, si videro recitare insieme giovani attori in ruoli da protagonisti che, fino a pochi anni prima, erano stati appannaggio esclusivo di maturi e collaudati interpreti: da Ruggero Ruggeri a Marta Abba, da Gino Cervi ad Andreina Pagnani. La  Compagnia dei Giovani debuttò ufficialmente il 24 dicembre del 1954, al Teatro Valle di Roma, con Lorenzaccio di De Musset e la regia di Luigi Squarzina. Uno dei grandi meriti dei Giovani fu la volontà di rappresentare opere della drammaturgia nazionale, scritte appositamente per la compagnia. Come  La bugiarda di Diego Fabbri, composta per Rossella Falk, di eccezionale bravura in tutte e tre le edizioni (1955, ’63, ’71). Maranzana sostiene ruoli importanti e ottiene le prime affermazioni personali.  Ma è con l’edizione del 1957 del Diario di Anna Frank di F. Goodrich e A. Hackett che egli entra a far parte dell’olimpo del teatro. Lo spettacolo rappresenta la prima rappresentazione teatrale del testo in Italia e seconda novità della stagione, per la quale De Lullo riceve quell’anno il premio Nettuno d’oro al Festival di Bologna e il premio San Genesio per la regia.

Maranzana descriverà sempre il periodo passato con la Compagnia dei Giovani come fondamentale nel proprio percorso di attore,  ricordando soprattutto l’insegnamento di Giorgio De Lullo regista e la fertile amicizia con Ferruccio De Ceresa , Elsa Albani e  Gino Pernice, i primi come sensibilissimi interpreti teatrali, l’ultimo come raffinato disegnatore di vignette indimenticabili.

Con Blasi in televisione

“Ma ogni anno, dal 1954 in poi tornavo a Milano e vi stavo per mesi. Sia per le stagioni teatrali, che per la televisione che allora produceva commedie teatrali proprio a Milano. Le opere teatrali per la televisione si effettuavano in diretta, per la maggior parte dei casi non erano registrate, e pertanto non è rimasto nulla negli archivi Rai. Ricordo che la mia prima interpretazione teatrale televisiva fu l’Amleto con Vittorio Gassmann. Feci poi molti altri classici teatrali. Solo verso la fine degli anni ’50 le commedie vennero registrate, ma poi venivano riciclati gli ampex, pertanto anche delle successive opere teatrali realizzate dalla Rai è rimasto ben poco, o nulla. Milano significava allora anche il massimo centro di produzione di sceneggiati televisivi, o teleromanzi, come allora si chiamavano. Grandissimi registi adattavano romanzi classici della letteratura italiana e mondiale. Nel 1956 Silverio Blasi mi chiamò per l’adattamento televisivo di Piccolo mondo antico di Fogazzaro, che andò in onda con grandissimo successo nel 1957.

Maranzana,  sperimentata la potenza della televisione, torna però a teatro nel 1960 con la commedia I venditori di Milano di Ottiero Ottieri, andata in scena al teatro Gerolamo di Milano con la regia di V. Puecher, che, ispirandosi alla vita di fabbrica, compie di fatto un raffinato studio sul linguaggio della nuova borghesia “efficientista”. Nel 1961 è con Ornella Vanoni e Paolo Ferrari in  una lunga tournée italiana con L’idiota di Achard. Due mesi di repliche solo a Milano. E la Vanoni che vince il premio San Genesio come miglior attrice.